Lars

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Lars Grandal è nato a Sonalum nel 9862 AM, la madre era una bibliotecaria, il padre arruolato nelle milizie a difesa della città. Lars è cresciuto quindi coltivando al tempo stesso il desiderio di conoscenza e l'arte del combattimento. Nonostante la sua elevata intelligenza, la sua indole avventurosa e la sua incostanza hanno determinato un suo prematuro abbandono degli studi universitari. Una volta imparate le basi nell'uso degli Spirit e sul come utilizzarli per evocare incantesimi, Lars ha iniziato a lavorare come esploratore affinando le sue abilità magiche e belliche in maniera autodidattica. A 24 anni (9886 AM), Lars sposò Clenas Satras, una cameriera di una taverna di Sonalum che frequentava spesso assieme ai suoi amici avventurieri. Tre anni dopo nacque Reina Grandal (9889 AM). Nel frattempo la civiltà nel corso degli anni aveva continuato ad avanzare, e le richieste di esplorazione divennero sempre meno frequenti, lasciando Lars e la sua nuova famiglia in gravi difficoltà economiche. Ma tutto cambiò quando il primo reperto di Lost Technology fu trovato. Gli ultimi anni del novantanovesimo secolo AM videro una vera e propria corsa alla scoperta di questi preziosi e ricercatissimi reperti. E molti furono ritrovati in quello che era un intero quartiere di una metropoli protolandiana sprofondata nel terreno e dove quindi molti artefatti erano ancora in condizioni accettabili. Lars si spinse là dove nessuno aveva osato o era in grado di arrivare, spingendosi in un centro di massima sicurezza dove i letali sistemi di difesa ancora funzionavano. Le sue scoperte lo fecero diventare ricco, ma durante uno dei sui raid fu attaccato da un drone e finì schiantato contro un apparato di contenimento di una nanocultura. Le nanomacchine entrarono nelle sue ferite e nel tempo, seguendo il loro programma, si autoduplicarono all'interno del suo corpo (9897 AM). Inizialmente Lars fu entusiasta nel scoprire le sue nuove incredibili capacità autogenerative. Le ferite che avrebbero dovuto incapacitarlo per un mese guarirono nel giro di tre giorni. Dopo soli pochi mesi Lars era divenuto più forte, più agile e più sano che mai. I primi segni di invecchiamento che erano comparsi sul corpo svanirono, e cominciò invece a ringiovanire. La sua curiosità nei confronti delle Lost Technology diventò un'ossessione. Tenendo segreta il più possibile la presenza delle nanomacchine nel suo corpo, e lui stesso non avendo una precisa idea di cosa fossero e di come funzionassero, si rituffò nuovamente nel mondo dello studio e della conoscenza. Quando nel 9900 AM fu inaugurato il corso di Archeotecnologia nell'università di Sonalum, Lars si iscrisse e nel giro di pochi anni ottenne la Laurea. Di lì a poco nacque l'organizzazione dei "Tech Hunters", non soltanto esploratori, ma veri e propri scienziati capaci di interpretare il linguaggio perduto dell'antica civiltà e nell'utilizzo delle sue tecnologie. Lars Grandal, ovviamente, divenne uno dei Tech Hunters più famosi. Ma se dal lato professionale Lars otteneva sempre più grandi e nuovi successi, dal lato familiare la situazione era disastrosa. In parte per l'ossessione per la Lost Technology, in parte per via del suo ringiovanimento sempre più evidente in contrasto con l'invecchiamento della moglie, quest'ultima provò un sempre più crescente distacco nei suoi confronti, fino al punto in cui la separazione divenne inevitabile. Fu solo in quel momento, dopo che Clenas gli disse che non era più l'uomo che aveva sposato, dopo aver ribadito che non parlava solo in senso metaforico, che Lars si rese finalmente conto che non era semplicemente ringiovanito, il suo aspetto era cambiato. Non era una versione giovane di sé stesso, era un'altra persona. Ci vollero molti test, molte consultazioni, molte ricerche nei frammentari archivi dell'antica civiltà, e molte giornate a meditare e teorizzare, ma infine Lars comprese. Le nanomacchine non avevano alcuna capacità né possibilità di conoscere le caratteristiche del suo corpo originario, e quindi l'unica spiegazione era che operavano sulla base di un "blueprint" memorizzato in esse al momento della loro creazione. Le nanomacchine erano programmate su misura per un uomo che era vissuto diecimila anni nel passato. Lars si stava tramutando in quell'uomo, pezzo per pezzo, molecola per molecola, cellula per cellula. Rimanere a Sonalum avrebbe causato diversi problemi, Lars quindi decise di viaggiare verso altre città e proseguire le sue ricerche ed esplorazioni altrove per qualche periodo. Lars tornò a Sonalum dopo alcune decine di anni. Dichiarò di essere il figlio illegittimo di Lars Grandal (Lars Grandal Junior) e in tempi record riottenne la sua laurea e la sua iscrizione nell'ordine dei Tech Hunter. Parte della ragione del suo ritorno era il desiderio di aiutare ed essere vicino alla sua figlia. Ma a quel punto Reina Grandal poteva essere confusa per sua madre. A lei sola disse la verità sul suo conto, ma lei rifiutò comunque di considerarlo suo padre, provando per lui disprezzo, sentimenti di rabbia per l'abbandono, confusione e per certi versi anche paura. Nel 9972 AM cominciarono i primi problemi di malfunzionamento delle nanomacchine. Era evidente che esse non potevano essere programmate per ricostruire il cervello in base ad uno schema prefissato così come per il resto del corpo, altrimenti l'usufruitore originario avrebbe perso costantemente le sue memorie. Fu proprio per quella ragione che Lars fino a quel momento era rimasto sé stesso, almeno nella mente. Ma le cose cambiarono quell'anno. Forse le nanomacchine avevano valutato che il cervello attuale era troppo diverso dai parametri che si aspettavano e stavano tentando di riparare al "danno" in maniera drastica. Forse semplicemente dopo dieci millenni era inevitabile che malfunzionassero. Ciò che era certo era che Lars stava perdendo i suoi ricordi, e al tempo stesso visioni confuse e frammentarie di una vita che non era la sua continuavano a comparire nella sua mente. Da quel giorno funesto in cui i problemi iniziarono Lars dovette fronteggiare occasionali episodi di devastanti emicranie, nausea, perdita di conoscenza improvvisa, e altri disturbi psicologici. Lars stava sparendo, quella volta per davvero, pezzo per pezzo, e la transizione non era indolore. Un senso di impotenza e di rabbia lo pervase, ma non aveva perso ancora del tutto il suo ottimismo e la sua forza d'animo. Decise che avrebbe trovato una soluzione al suo problema prima che fosse troppo tardi. Intensificò le sue ricerche come mai prima di allora, non più per soldi, per desiderio o per fama, ma per la sua stessa sopravvivenza. Doveva trovare da qualche parte i dati tecnici sulle sue nanomacchine.


Michael Fairmore

Michael Fairmore era un famoso e famigerato magnate della civiltà protolandiana, nato oltre 200 anni prima del Mana Flood. La sua multinazionale gestiva la gran parte della produzione di strumenti tecnologici, inclusi i sistemi di navigazione interdimensionale. Il suo potere economico si estendeva non solo in tutti gli angoli di Landal, ma anche nella maggior parte dei pianeti colonizzati. Dopo tutto erano le sue industrie che producevano i maggiori strumenti per la terraformazione nonché i macchinari, i droni e gli strumenti per stabilire piantagioni intensive e impianti di estrazione mineraria. Non c'era un solo uomo o una sola donna su Landal che non conoscesse e/o non avesse usufruito dei prodotti della Fairmore Enterprise. Alcuni lo criticavano di essere uno squalo, il suo crescente successo era spesso dovuto a tattiche aggressive e prive di scrupoli contro i suoi competitori, ed era noto per reagire con brutalità contro ogni "start up" che potesse minacciare il suo monopolio. Ma Michael Fairmore non si curava di tali opinioni, certa gente avrebbe gettato il fango su di lui a prescindere dalle sue azioni. L'invidia nei confronti della ricchezza, della fama e del successo erano inevitabili. C'erano eventi molto più interessanti che occupavano i suoi pensieri, nuovi orizzonti si aprivano ai suoi occhi e promettevano potere oltre ogni sua più folle immaginazione. Magia, il potere di ignorare le leggi stesse della fisica. Avrebbe di certo riso di fronte ad una simile idea venti anni prima, ma i dati e le testimonianze erano irrefutabili: le esplorazioni del multiverso avevano davvero portato alla scoperta di un mondo in cui i poteri magici erano una realtà. Michael Fairmore sapeva di non poter semplicemente rimanere inerte di fronte a simili notizie. Il mondo, no, l'intero multiverso sarebbe presto cambiato e la Fairmore Enterprise doveva rimanere al passo coi tempi, anzi, doveva essere un passo avanti. Fairmore passò le sue giornate a scervellarsi sulla nuova direzione che la sua multinazionale avrebbe dovuto prendere. Quali nuovi prodotti avrebbe dovuto immettere sul mercato? Quali sarebbero divenuti obsoleti? Ma Fairmore pensava anche a come la sua stessa vita sarebbe presto cambiata. Con la magia quali nuovi desideri avrebbe potuto soddisfare? Il sogno di una vera immortalità sarebbe presto divenuto realtà. Le costosissime nanomacchine dagli alti costi di manutenzione che prolungavano la sua vita sarebbero presto divenute obsolete. Il grande rimpianto di Michael Fairmore era quello di non aver investito personalmente nelle imprese che si adoperavano per portare il "mana", la sorgente del potere magico, sul pianeta madre. Sapeva però da fonti certe che il progetto procedeva veloce e senza intoppi. Il primo esperimento di trasfusione interdimensionale avrebbe avuto luogo quella notte.

Michael Fairmore si risvegliò in un luogo a lui completamente sconosciuto. Indossava abiti strani, mai visti prima. Tutto intorno a lui appariva alieno, incomprensibile. Dopo diversi minuti di completo disorientamento giunse alla conclusione che si doveva trovare in uno dei tanti pianeti colonizzati. Tuttavia non si capacitava di come il livello tecnologico potesse essere così basso. Era come se fosse precipitato in un set cinematografico. Doveva essere uno scherzo, i suoi assistenti dovevano aver preparato pur lui una sorpresa incredibilmente elaborato. "No", si disse, non sarebbero mai arrivati a tal punto. Sapevano bene che non era il tipo da apprezzare cose simili, e aveva rovinato la vita di persone per molto meno. Allora doveva trattarsi senz'altro di un rapimento. Eccetto il fatto che non aveva costrizioni di alcun tipo e aveva con sé persino delle armi; armi primitive, armi che non aveva di idea di come funzionassero o di quale nome avessero. C'erano delle persone vicino a lui, erano i suoi rapitori? Parlavano una lingua strana, per certi versi simile alla sua, ma corrotta, come una specie di lontana forma dialettale; eppure riusciva a capirla perfettamente. Se non fosse stato un uomo estremamente intelligente e dotato di un autocontrollo fuori dal comune probabilmente sarebbe andato nel panico più assoluto. Invece si dimostro cauto, cercò di ottenere tutte le informazioni che gli servivano, senza dare alcun segno della sua confusione mentale. Lo chiamavano "Lars", "Lars Grandal". Tutto ciò non aveva alcun senso. Quei... barbari dicevano di essere suoi amici. Non erano amici, di questo lui era sicuro, ma era davvero possibile che potessero recitare in maniera così credibile? Possibile che le loro memorie fossero state in qualche modo manipolate? Ma da chi? Decise che prima di tutto doveva stabilire in quale pianeta si trovasse, doveva trovare il modo di ritornare al pianeta madre. Per il momento sarebbe stato al gioco, avrebbe finto di essere quel "Lars" di cui lui non sapeva nulla. Ma non fece in tempo a terminare quel pensiero che immediatamente si rese conto che in realtà lui conosceva quel "Lars". Nei sui ricordi ritrovò numerose informazioni sul suo conto, un numero eccessivamente elevato di informazioni. Impossibile. Non dovette passare molto tempo affinché Michael potesse scoprire la verità. Non si trovava su una colonia, si trovava sul pianeta madre, non se n'era mai andato. Provò un enorme shock e una tristezza devastante nel comprendere che la sua civiltà originaria, così potente e prosperosa, era svanita quasi del tutto diecimila anni prima. Ma soprattutto provò una rabbia inconcepibile nel constatare che in tutti quegli anni quei sopravvissuti, quei... barbari... non si erano dimostrati capaci, neanche lontanamente, di riportare il mondo ai fasti originari. Imperdonabile, assolutamente imperdonabile. Rimaneva da capire perché lui si trovasse in quel mondo, come c'era finito? Forse qualcuno aveva scoperto un modo per viaggiare nel tempo a sua insaputa? Magari era stato vittima di quella stessa magia che lui tanto aveva atteso con trepidazione? Quando infine comprese la realtà, o meglio quando infine accettò quel pensiero che da tempo aveva cercato di scacciare, entrò letteralmente in una crisi esistenziale. Chi era? Cos'era? Era Michael Fairmore o Lars Grandal? Ormai sapeva per certo che quel tizio, quell'uomo di nome Lars Grandal in qualche modo era stato contaminato dalle nanomacchine create su misura per Michael Fairmore. Col tempo esse avevano tramutato quel corpo seguento il proprio protocollo, tramutandolo a poco a poco nella versione ideale ventisettenne di Michael Fairmore. Tuttavia il programma non prevedeva la ricostruzione neuronale del cervello se non per casi di assoluta necessità. Per esempio se il cervello fosse stato distrutto, allora e solo allora le nanomacchine erano programmate per ricostruirlo seguendo la configurazione del più recente backup mnemonico. Ciò avrebbe comportato una totale perdita delle memorie più recenti, ma era sempre meglio che morire. Non c'era altra spiegazione se non quella che Lars Grandal in qualche modo aveva subito un trauma cerebrale. Forse quel barbaro aveva combattuto contro un bruto che gli aveva spappolato il cervello. Doveva essere senz'altro così. Ma a quel punto... lui... chi era? Era Lars Grandal? Era un Lars Grandal con i ricordi e la mente di Michael Fairmore? O era forse possibile azzardare l'ipotesi che lui fosse a tutti gli effetti Michael Fairmore, reincarnatosi in quel corpo grazie alle nanomacchine? La questione era entrata nel campo filosofico, un ambiente in cui "Michael Fairmore" non si era mai trovato a suo agio. Decise che la risposta a quelle domande non era necessaria, lui era semplicemente sé stesso. Che fossero di Lars or di Michael lui aveva ancora dei sogni e delle ambizioni e possedeva conoscenze che in quel mondo avrebbero potuto aiutarlo a portarlo nuovamente al successo. Le porte per i viaggi dimensionali si erano riaperte, c'erano enormi possibilità di fronte a lui. Quella notte precipitò in un sonno profondo. C'era solo un pensiero che lo tormentava: davvero il cervello di Lars era stato distrutto? In tal caso non si sarebbe dovuto risvegliare in un obitorio o con i vestiti intrisi di sangue?

Michael Fairmore si risvegliò in un luogo a lui completamente sconosciuto. Indossava abiti strani, mai visti prima. Tutto intorno a lui appariva alieno, incomprensibile.


Momenti Chiave:

Durante la prima visita a Sonalum, Lars, assieme al suo gruppo, farà una visita alla propria abitazione (ragioni precise da stabilire). Lì ci sarà Reina Grandal con cui Lars avrà una poco amichevole discussione.

Ciel: "Who was that? Your mother? Or your Grandma even? How old are you again?"


Ad un certo punto nella storia Jorg parlerà con disprezzo nei confronti del padre.

Lars: "Hey, you shouldn't talk about your father like that. He probably made some mistakes, but nobody is perfect. I'm sure he still loves you in his own way."

Jorg: "Shut up, are you trying to make me puke? My father doesn't love anyone except himself."

Lars: "I'm telling you that you shouldn't say that kind of stuff! What do you even know about his actual situation?"

Jorg: "What do YOU know? And why are you getting so worked up all of a sudden?"

Lars: "I'm sorry... it's just... I am a father, you know..."

Ciel: "Really? You never told us anything about that. And besides I didn't see any sign of a kid living in your house."

Lars: "Well... you see... It's complicated..."